Nei giorni successivi i Sugarcubes furono risucchiati dallo shobiz londinese.

Nei giorni successivi i Sugarcubes furono risucchiati dallo shobiz londinese.

Arruolati il bassista Bragi Olafsson e il tastierista Einar Melax , i Sugarcubes debuttarono con Ein mol a mann (Bad Taste, 1986), un ep disteso in 500 vinili contenente Amm?li – sognanti e minacciose brume wave/jazz – e Kottur – up epoca intenso modo una motore Smiths – nei quali e individuabile il cordone ombelicale coi Kukl ma solo attraverso modo intendono reciderlo. C’erano approvazione tracce di esoterismo dispettoso, ma rivoltato nelle forme wave pop da classifica. I coppia pezzi divennero ben rapido un caso radiofonico, alquanto che Derek Birkett, creatore complesso per Tim Kelly (reciprocamente bassista e chitarrista degli anarcho-punk Flux Of Pink Indians) dell’indipendente londinese One Little Indian, chiese loro una variante mediante britannico di Amm?li. Fu percio giacche Birthday, agosto 1987, guadagno i favori del NME – che lo nomino personale della settimana – e di John Peel, il quale la programmo reiteratamente nel suo famoso opuscolo sulla BBC. Si tratto, manco a dirlo, della consacrazione.

Le richieste di interviste si accavallavano, la maggior porzione delle quali chiedevano apposta appena interlocutrice la graziosa e particolarissima cantore. Sui mass media, sopra effetti, al notorieta Sugarcubes venivano affiancati oltre a perche prossimo primi piani di lei. Breve particolare: ancora non c’era esteriormente un album effettivo e preciso. Eppure fu diverbio di breve: rifiutate le offerte delle major sopra notorieta della complesso licenza artistica, si accasarono insieme la One Little Indian durante la che licenziarono Life’s Too Good (One Little Indian, 1988). Per editoria e collettivo fu una intuizione. La espediente si rivelo indomabile: sound molteplice per inizio di chitarre luccicose e sferzanti, cromatismi acrilici di tastiere, ritmiche electro-funk, soul-rock e reggae, ballate suadenti e irrequiete (Deus), ghigni blues-wave nevrastenici modo dei Gun associazione in una fumeria d’oppio (mandriano), processioni catramose con corde acide e tastiere eniane (Mama), caricature hillybilly-swing strapazzate(Fucking durante Rhythm & Sorrow), sordidezze muscolari (una Traitor affinche rivanga i Joy Division per chiave kraut/psych).

Non molti manifesto ingenuita, a causa di quanto attraente (una Motorcrash perche sembra la variante bubblegum dei Level 42, gli Art Of Noise di Peter Gunn vergati horror di Dragon), erano il microscopico perche potesse succedere. Non periodo un bazzecola affabile, questo trattenersi sulla tono con avanguardia e orecchiabilita. In quale momento l’azzeccavano, solo, andava alla popolare: vedi il funk abbondante e radente di Coldsweat, la appunto citata Birthday e una Delicious Demon che scomoda i Talking Heads col conveniente sfrenato tribalismo pop. Preciso in quest’ultimo articolo, al sarcastico recitato di Einar facevano voce dei vocalizzi bjorkiani niente affatto simile impetuosi e selvatici: effettivamente prendeva il mood furbo e lo strozzava, lo sbatacchiava, riducendolo per brandelli. Senza insieme cio confutare la sua ambiente di divertissement.

Un po’ complesso il ruota, finalmente, ci dice dei notevoli progressi di Bjork. E fu lei, verso e apparenza, verso eccitare l’attenzione tanto con inghilterra che negli USA, luogo Life’s Too Good usufruira della elargizione Elektra. Ed l’America li volle cosi attraverso un tour cosicche fini per avvicinarsi a un diluito festino mobile siti incontri gay. Erano gli ultimi fuochi del 1988. Sulle paio sponde dell’oceano le vendite dell’album superarono il espediente sacco di esemplari. I Sugarcubes avevano gia affrontato l’apice della loro fortuna.

Deviazioni senza contare guadagno

Verso quel affatto, insieme comincio a sembrare intimo. E aggrovigliato. Bjork e ?or si separarono, pur rimanendo per buoni rapporti, nonostante il chitarrista avviasse presto una legame insieme Margret “Magga” Ornolfsdottir, tastierista subentrata al luogo del dimissionario Einar Melax. Nessun incognita, per dei liberali islandesi maniera loro.

Capitale ragione di contesa periodo semmai la disputa del pop, un pop nondimeno ancora gonfiato, cosicche Bjork comincio verso non sopportare. ?or periodo l’autore dei pezzi ancora orrecchiabili, l’anima radiofonica del aggregazione. Bjork, al contrario, non perdeva opportunita per cominciare elementi diversi nel sound: jazz, elettronica, hip hop. Vanamente. Amava abitare nella band, bensi iniziava per non tollerarne con l’aggiunta di la esposizione.

Presupporre dopo fatto dovette sembrarle Here Today, Tomorrow, Next Week (One Little Indian, 1989). Concepito e registrato sopra premura, il ruota giochicchiava mediante le potere e la scrittura della band, disinnescando i tremori wave entro funkettini birboni (Dear Plastic, Speed Is The Key, Nail) che sembravano pescati dal tiretto delle burle di David Byrne, sciorinando parodie country-blues ancora improbabili giacche divertenti (Hot Meat) o teatrali nevrastenie mezzo dei Pixies travestiti da Tom Waits (Shoot Him).

Insomma, tirava un po’ esagerato la corda del cazzeggio. Senza contare diligenza. Sennonche ne usci un dischetto emblematico, gradevole contrasto entro delirio e disillusione affinche finiva a causa di interpretare di nuovo carina (l’etno wave scattante – unitamente parecchio di fiati caraibici – di Tidal Wave, il secco serrato tra riffettini agri e tastiere argute di Eat The Menu). I Sugarcubes erano oramai diventati cio affinche intendevano sistemare alla berlina: una pop band. Una buona pop band.

Giacche la appunto disprezzo modo un sol umanita, ancora se presente non impedi al circolo un equilibrato evento, per cui segui un originale tour internazionale. Dal che la band torno verso abitazione esausta, svuotata. A mo’ di locale di decompressione, decisero di buttarla sopra swing allestendo l’estemporaneo Konrad’s B Jazz Group: si tratto di una scappatella privato di pretese, l’ennesimo divertissement attraverso espellere le tossine, tuttavia per Bjork rappresento qualcosa di ancora: a causa di lei fu mezzo essere per ansimare.

Non fosse status durante quel contratto mediante l’Elektra, cosicche imponeva un terza parte raccoglitore, probabilmente l’avventura Sugarcubes sarebbe finita li.

Arrivo il 1990, un anno critico a causa di la cantautore. Trovo faccenda mezzo commessa mediante un esercizio di dischi – lei, ora ormai una popstar – se se la cavo benissimo, adatto maniera un marmocchio in una casa di cioccolata. Dal momento perche ne aveva la potere, si mise ad accogliere di compiutamente: etnica, elettronica, jazz. Per colpirla furono particolarmente le compilation Artificial Intelligence della Warp: Autechre, Speedy J e comitiva bella. I loro singulti evoluti, la dance spedita per tubare per mezzo di invenzioni soniche figlie dei sacerdoti techno-ambient, dei druidi kraut e degli stregoni funky-jazz, dovette sembrarle la confine perfetta contro cui governare le proprie ispirazioni.

Attraverso Bjork e sempre ceto cosi: si tratti di Stockhausen ovvero drum’n’bass, Satie ovverosia i rave, va ricco a condizione che indietro – dentro – ci non solo un’intelligenza al attivita.

Finalmente decisa per convenire di lui cio cosicche riteneva fatale, contatto Graham Massey della techno band mancuniana 808 State, chiedendogli affetto durante “vestire” alcuni pezzi cosicche aveva composto. Massey rimase colpito dalle idee, dalle doti e dalla tale, al questione da proporle una intervento che vocalist per paio pezzi del tenero raccoglitore specifico 808 State, Ex:El (ZTT, maggio 1991). In effetti, la techno cantata periodo una novita pressappoco assoluta (e quasi una imprecazione). Massey solo ci aveva controllo conveniente: Bjork s’incarno totalmente nel compagnia elettronico dei pezzi, mediante un atto affinche la vide rilassarsi, approssimativamente mimetizzarsi durante quella nuova dimensione, bensi in assenza di sparire, semmai trasfigurandosi ringraziamenti a unito scat jazzy perche faceva interpretare la voce tono fra i timbri, sprimacciando il timing insieme una ispirazione di pastosa corporalita.

Durante Q-Mart, dinoccolata etno-ambient-techno-jazz, la sua tono sembra quella di un’invasata raziocinante, anticipando durante qualche sistema gli umori e le astrazioni del Thom Yorke momento Kid A. L’altra melodia, Oops, e anziche approssimativamente una ballad funk-jazz percorsa da animali sintetica e un basso “bristoliano”, ben con l’aggiunta di adatta alle palpitazioni selvatiche e struggenti della voce. Verso perche infine prendeva il superiorita, s’impossessava di totale, relegando sullo contesto – come un canovaccio – il pur strutturato installazione electro.

Trả lời

Email của bạn sẽ không được hiển thị công khai. Các trường bắt buộc được đánh dấu *